Valzer con Bashir: Trama e trailer
Di nicolettaUna sera, in un bar, un vecchio amico racconta al regista un sogno che tormenta le sue notti: viene inseguito da 26 cani feroci. Tutte le notti, lo stesso numero di cani. I due concludono che sicuramente questo ha a che fare con la loro esperienza comune nell’esercito israeliano durante la prima guerra del Libano, all’inizio degli anni Ottanta.
2 commenti su “Valzer con Bashir: Trama e trailer”
Commenta o partecipa alla discussione
Commenta o partecipa alla discussione
Sponsor
Da non perdere
Argomenti popolari
Ben Affleck
Brad Pitt
Bruce Willis
Bryan Singer
Christian Bale
Clint Eastwood
George Clooney
Guillermo Del Toro
Hugh Jackman
Johnny Depp
Josh Brolin
Leonardo DiCaprio
Marvel
Matt Damon
Michael Fassbender
Nicolas Cage
Peter Jackson
Quentin Tarantino
Ridley Scott
Robert De Niro
Robert Downey jr
Robert Rodriguez
Steven Spielberg
Sylvester Stallone
Tom Cruise
Universal
Vin Diesel
Warner Bros
Will Smith
Zack Snyder
ho appena visto il film
e non riesco a commentarlo tanto mi sembra terribile, in tutti i suoi aspetti
a partire dalla trama, ovvero del regista che ventenne prese parte alla guerra in libano del 1983 e fu spettatore del massacro di Sabra e Shatila. Nel film lui sembra aver rimosso,da adulto,il ricordo e cerca di farlo riaffiorare. nel raccontare la storia o anche semplicemente nel fare un film su questo, mi ha dato l’impressione di chi in qualche modo vuole lavarsi la coscienza, lui si dichiara uno sbarbatello e sottolinea più volte che gli israeliani non avevano capito subito d che s trattasse, quasi sposta l’attenzione sulla tragedia avvenuta nei campi dei rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut, sulla sua di tragedia, su una guerra combattuta da giovani israeliani incapaci, che per errore sparavano sulle case, o su cosa capitava per la paura.
Secondo me se si vuole parlare di una tragedia che ai più è rimasta sconosciuta, perchè è bene tacere di fronte agli errori commessi, non lo si può fare mettendo le mani avanti, sollevandosi dalle colpe, e poi mi sempre ancor più aberrante il fatto che di questo senso di colpa si faccia un film con tanto di premio.
Cioa Desirée,
certamente hai ragione nel ribadire tutta l’amarezza e il disgusto che si prova davanti al massacro di innocenti, non importa da che parte stiano. come ho già scritto su qs film: la pietà non stà alla guerra che è solo negazione, distruzione, aberrazione. Ed è proprio qs (forse) che Ari Felman vuole evidenziare, ovvero lo stato quasi allucinatorio in cui precipitano i soldati nel ‘non fare’ oppure agendo in un senso che ragione non ha. Mai! Ripenso ad Apocalypse Now, oppure a Good Mornin’ Vietnam e tanti altri titoli di film di guerra che in qualche modo sottolineavano l’atrocità, la trance della distruzione. E che dire di La Sottile Linea Rossa ?!? A mio avviso è sempre meglio parlarne che fare finta di non sapere o addirittura ignorare.
Ciao
Dario