Terra Madre, noi possiamo salvarti!

Di

terra-madre.jpgTerra Madre, Madre Terra! Noi ti abbiamo deturpato, ferito, saccheggiato, violato fin dentro alle tue viscere… Cosa ti abbiamo fatto!… Tu rimani silenziosa a ogni strazio. E ancora rigeneri ciò che la mano dell’uomo ha distrutto. (Salvo condurci inesorabilmente alla resa finale di ogni conto). Eppure un Tuo seme, anche uno soltanto, ancora contiene in sé tutta la Vita dell’Universo.

Abbiamo tutti il dovere di ri-conoscerla in un piccolo seme. Lì è il futuro dell’Umanità intera. Tra gli altri, c’è un uomo di Langa che ha ascoltato il fremito della Terra, riuscendo a ritrasmetterlo, con caparbietà contadina, amplificandolo in ogni ambito: Carlo Petrini, colui il quale attraverso l’organizzazione Slow Food e il progetto di Terra Madre, ha richiamato a conclave a Torino, per la 2° edizione del 2008, i rappresentanti di 153 Nazioni, quasi 7000 persone, tra contadini, allevatori, pescatori, studenti, cuochi, musicisti.

Già nel 2006, durante la prima edizione del forum, Petrini aveva inviato a Ermanno Olmi l’invito a documentare l’avvenimento; a chi altri se non Olmi con il suo lirismo asciutto e profondo, così sapiente nell’uso dell’immagine.

Il risultato di quell’incontro è il documentario Terra Madre, presentato in anteprima alla berlinale, e da ieri nelle sale. Olmi non si limita a seguire con la macchina da presa i volti dei partecipanti mentre esprimono il ‘loro’ senso del seminare e del raccogliere, del custodire e perpetrare rituali antichi, ma dà anche, soprattutto, spazio alle grida sussurrate con dignitosa fermezza da parte di coloro che di terra sanno, i contadini, nella loro espressione orgogliosa di quel ‘fare’ del cibo con un senso unico, religioso. Non quello ‘costretto’ dalle modificazioni genetiche, quelle che mirano soprattutto a gonfiare i dividendi delle multinazionali, ma quello sapido di sudore, quello che rispetta, custodisce, genera rigenerandosi, crea ricreandosi, in un rapporto denso di profondità che Olmi scruta, insegue con l’occhio della macchina da presa.

Vediamo scorrere dei volti, dei costumi di ogni dove, ascoltiamo i messaggi che si incrociano, si confrontano, si arricchiscono l’un l’altro, e non possiamo non provare un fremito nell’udire la testimonianza di un giovane sedicenne americano che, con i compagni di scuola, allestisce, quasi per gioco, un orto in un campo di football abbandonato, dando il via a un esperimento che si propaga poi a macchia d’olio con ulteriori sperimentazioni di altri giovani in altre scuole superiori, in altri stati degli USA, fino ad approdare in Africa. Certo quel ragazzo dal viso pulito e schietto non è caduto nell’omologazione sciatta alla quale sottostanno gli adolescenti in gran parte del mondo, quella ricca, s’intende. Quel ragazzo, certo, non si preoccupa di ostentare attraverso i pantaloni abbassati la marca delle mutande! Lui lavora l’orto con i compagni di classe e, con consapevolezza, si propone come la generazione del futuro, quella che deve ripartire dalla pienezza dell’accontentarsi, dalla frugalità nella semplicità.

Il documentario Terra Madre ci regala anche grandi emozioni con le immagini della vicenda umana del contadino di Roncade, che decide di appartarsi dalla società civile ricreando, con l’opera sapiente delle sue mani, un ecosistema perfetto, intatto al punto da poter divenire, oggi, che quell’uomo di legno non c’è più, un esempio di com’era e di cosa può significare il rispetto della Madre Terra, nella dignità del poco per il tutto. Infine, quest’opera di Ermanno Olmi, si accomiata con le sequenze cadenzate in una sonata lunga quattro stagioni, tra il sussulto del germoglio e il silenzio della neve, tra la pioggia che prepara l’uomo e la sua terra alla nuova rinascita della vita. Terra Madre è anche un inno a un nuovo umanesimo. Lo stesso che ispira i biologi nella creazione della banca del seme nelle Isole Svalbard, dove già milioni di specie sono conservate per una nuova alba, quando sapremo riconoscerci tutti figli della Madre Terra, lontano dal nostro antropocentrismo.

Diceva Friedrich Schelling:” La Natura è vita che dorme”.
Non disturbiamola con l’arroganza del nostro scialo quotidiano.

Dario Arpaio

1 commento su “Terra Madre, noi possiamo salvarti!”
  1. Guendalina Borgia ha detto:

    E personalmente mi auguro che questa nuova “alba” arrivi al più presto considerato lo stato di decadimento morale e intellettuale a cui siamo arrivati. Tante troppe parole, alcune sensate altre ripetute senza vera cognizione di causa solo per farsi pubblicità e mettersi in mostra, ma i fatti? Muoviamoci, è ora!


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloCine.net – Guida e storia del cinema supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009