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La pellicola 21 è risultata campione di incassi negli USA per diverse settimane e ha ben principiato anche al box office in Inghilterra, Germania e Spagna. I nostri ci aggiorneranno a breve sul risultato italiano. In realtà 21 è un film mediocre, a tratti un po’ lento ma, in fondo, abbastanza divertente anche se fa un po’ il verso a Ocean’s Eleven, senza peraltro averne la stessa classe. E’ stato voluto da Kevin Spacey che lo ha prodotto e ha scelto Robert Luketic per dirigere la pellicola tratta dal romanzo Bringing Down the House di Ben Mezrich. La vicenda riconduce alla storia vera di un gruppo di studenti del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, culla dei migliori cervelli in fatto di nuove tecnologie, i quali, abbindolati da un professore con pochi scrupoli, mettono a frutto i loro altissimi QI per sbancare con un metodo matematico i tavoli di black jack dei casinò di Las Vegas. All’inizio tutto a gonfie vele, poi cominciano i guai e alla fine …

Kevin Spacey ricopre il ruolo del prof e direi che non è questa la sua migliore interpretazione, anche perché la sceneggiatura conferisce al suo personaggio poco spessore. Il giovane Jim Sturgess, che abbiamo ammirato in Across the Universe, è il protagonista dal cervello eccelso e dal cuore tenero, ma in realtà oltre a presentare un bel faccino non dice molto. Anche Lawrence Fishburne nel ruolo del cattivo è un po’ goffo sebbene le sue interpretazioni siano sempre di un certo livello. Che dire…

Certamente è da ammirare quanto Kevin Spacey sta svolgendo in qualità di direttore artistico del prestigioso teatro Old Vic di Londra, dopo essere entrato in punta di piedi, da americano, in quell’olimpo britannico che ha incoronato attori del calibro di Lawrence Olivier, Ralph Richardson, John Gielgud, Charles Laughton. Dal 2003 a oggi Spacey, inizialmente accolto con scetticismo tipicamente british, ha raccolto grande successo e apprezzamento generale. Ha anche lanciato giovani promettenti compiendo, in sostanza, un percorso artistico di elevato livello.

Quindi, perché disdegnare la parentesi degli ottimi incassi che 21 ha ottenuto negli USA considerando poi che è stato anche realizzato a basso costo? ’21 vittoria, grande baldoria’, urlano i croupier di Las Vegas.

Dario Arpaio


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