Ai blocchi di partenza il 32° Torino Film Festival
Di Dario ArpaioIn un tempo di crisi non c’è miglior rimedio che irradiare il coraggio di non mollare, di rimboccarsi le maniche e con rinnovata energia andare oltre. Il Torino Film Festival è giunto alla sua 32° edizione e, con vivo entusiasmo, mantiene inalterata la spumeggiante curiosità alla ricerca del nuovo, come da tradizione ormai consolidata.
Il cartellone propone 197 titoli di cui 65 lungometraggi, opere prime e seconde, tra le quali 45 anteprime mondiali con 15 nazioni rappresentate.
Emanuela Martini, direttrice del TFF, durante la conferenza stampa di martedì, ha evidenziato come, anche in un’ottica di continuità rispetto alle precedenti edizioni, questa nuova sia fortemente marcata dall’attenzione nei confronti del nuovo, fosse anche eccentrico o sperimentale. Tra l’altro il TFF inizia quest’anno la collaborazione anche con la prestigiosa Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e un primo importante risultato è la partecipazione di Josephine Decker, artista e performer dalla forte personalità, figura di spicco nel nuovo cinema indipendente americano.
Il 20 novembre l’artista si esibirà in anteprima con una performance –che si prospetta quanto meno frizzante- presso la sede della Fondazione Sandretto. Verranno proiettati anche alcuni corti diretti dalla giovane americana.
Il Festival prenderà il via il 21 novembre con il film Gemma Bovery di Anne Fontaine, protagonista il talentuoso Fabrice Luchini e si conlcuderà con il film fortemente voluto dall’attrice Reese Witherspoon, Wild per la regia di Jean-Marc Vallée, più che noto per il suo Dallas Buyers Club. Entrambi i film rientrano nella sezione Festa Mobile all’interno della quale verranno presentati titoli ancora inediti in Italia. Tra questi, in anteprima, la nuova commedia romantica di Woody Allen, Magic in the Moonlight con Colin Firth, nonché l’atteso Diplomatie di Volker Schlondorff, già presentato alla recente berlinale, quasi un thriller sulla scampata distruzione di Parigi da parte dei nazisti nel ‘44. Vedremo poi lo splendido The Homesman di e con Tommy Lee Jones, inaspettatamente trascurato a Cannes. Da evidenziare anche The Drop di Michael Roskam, tratto da un noir di Dennis Lehane (Mystic River) con un grande Tom Hardy; eppoi La Chambre Bleu di Mathieu Amalric, tratto da un romanzo di Simenon. C’è una certa attesa pure per The Rover di David Michod, un road movie post-apocalittico con Guy Pierce e un Robert Pattinson insolito. Da non perdere Stray Dog, storia di un vecchio biker, detto appunto ‘cane randagio’, per la regia di Debra Granik, già vincitrice del TFF nel 2010 con Un Gelido Inverno. Sul versante italiano avremo modo di rivedere all’opera anche la banda del mitico Boris, la straordinaria pluripremiata fiction televisiva, ovvero Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo che se la ridono insieme con un cast eccellente in Ogni Maledetto Natale. Vi recitano Valerio Mastandrea, Francesco Pannofino, Laura Morante, Marco Giallini, Corrado Guzzanti che accompagneranno i due protagonisti, Alessandra Mastronardi e Alessandro Cattelan in un ironico graffiante risvolto familiare della festa più amata. Molti altri sono i titoli, tutti di estremo interesse. Il ricco elenco completo e il relativo calendario è consultabile sul sito del TFF, http://www.torinofilmfest.org.
Molteplici sono le rassegne proposte dal 32TFF. La giuria presieduta dal grande regista Ferzan Ozpetek selezionerà il miglior film per ‘Torino 32’ tra le 15 opere in gara. Due i registi italiani, Davide Maldi con Frastuono e Eleonora Danco con N-capace.
Paolo Virzì, già direttore nelle precedenti edizioni, assume il ruolo di guest director, ed è attualmente impegnato nella promozione americana del suo bellissimo Capitale Umano, con l’intento di vederlo sperabilmente inserito nella cinquina per l’assegnazione dell’Oscar. Lui stesso ha curato la piccola grande rassegna di matrice tutta italiana, Diritti & Rovesci, cinque storie che cadenzano intensamente il contrappasso tra ciò che è negato in termini di diritti e quanto duro sia il cammino di chi vuole dare una svolta alla propria esistenza. Le narrazioni ruoteranno intorno alle tragiche vicende delle operaie della fabbrica newyorkese distrutta in un incendio nel 1911, quella che diede origine alla festa dell’8 marzo, oltre a storie amare di prostitute, di malati di mente vittime della legge 180, di esodati. Una rassegna da non perdere.
Tra le altre rassegne da segnalare After Hours, i film cult della mezzanotte tra horror, thriller e noir. In questa anche l’omaggio a due grandi cineasti. Il primo è per Giulio Questi (La Morte ha fatto l’Uovo del 1968 e il western Se Sei Vivo Spara del 1967, da non perdere per chi non li conoscesse). Il secondo è per un giovane americano, Jim Mickle, già applaudito quest’anno nella Quinzaine di Cannes con il thriller Cold in July, interpretato da Michael C. Hall (il Dexter televisivo), insieme con l’iconico Sam Shepard e Don Johnson. Il film è basato su di un romanzo del più che prolifico Joe Lansdale, che sarà presente al TFF. Di Mickle si potranno ammirare anche gli altri suoi scoppiettanti film tra vampiri post-apocalittici e atmosfere gotiche.
Il TFF dedica grande spazio al documentario con TFFdoc. In particolare non si dovrebbe perdere l’occasione per vedere il fuori concorso Eau Argentée, Syrie Autportrait di Ossama Mohammed e Wiam Simav e la loro riflessione sull’assedio della città di Homs e il significato della guerra nell’epoca dei social network. Ovviamente la rassegna è estremamente variegata tra titoli italiani e stranieri di grande qualità e di estremo interesse.
C’è ancora da segnalare la rassegna Onde, che presenta percorsi geografici alla scoperta di atmosfere conradiane e film on the road, tra viaggi metropolitani e traversate oceaniche, tutti tesi a mappare percorsi esistenziali avventurosi e profondità dell’animo umano.
32TFF offre anche la possibilità di ammirare le opere prime frutto di talenti emergenti che hanno avuto il sostegno del TorinoFilmLab. E’ dal 2008 che, quella che si può ben definire una vera e propria comunità creativa, supporta e sostiene progetti che hanno assegnato nel tempo più di 30 premi e che quest’anno si propone con ben 28 film.
Con 32TFF si chiuderà la retrospettiva mirabilmente curata da Emanuela Martini iniziata lo scorso anno e dedicata al nuovo cinema americano 1967-1976, Suicide is Painless. Della New Hollywood avremo modo di vedere o rivedere titoli eccellenti, tra i quali cito a caso, Il Laureato, La Ballata di Cable Hogue, Il Fantasma del Palcoscenico, Chi è Harry Kellerman e perché parla male di me, I tre giorni del condor, La conversazione, Conoscenza carnale, insomma alcuni tra gli indimenticabili firmati da cineasti del calibro di Arthur Penn, Brian De Palma, Francis Coppola, Mike Nichols, Milos Forman, Lawrence Kasdan, Steven Spielberg, Martin Scorsese, quest’ultimo con il malinconico The Last Waltz del 1978 che segnò la fine di un’era con l’ultimo mitico concerto rock al quale parteciparono tutti i grandi nomi dell’epoca.
Emanuela Martini ha curato la retropsettiva e anche il volume New Hollywood per le edizioni del Castoro e terrà la conferenza finale giovedi 27 novembre alle 10:30 presso l’Auditorium G.Quazza dell’Universitàà delgi Studi di Torino.
Infine il Gran Premio Torino verrà consegnato a Julian Temple il 22 novembre. Alla cerimonia seguirà la proiezione del film The Filth and the Fury, oscenità e furore dei Sex Pistols. Temple come noto è il maestro britannico del video musicale tra il kitsch e il disincanto sfacciato. Di lui si ricorderà il film musicale Absolute Beginners del 1986 con un diabolico David Bovie, nonchè il più recente Joe Strummer: The Future is Unwritten del 2007.
Al grandissimo cartoonist Bruno Bozzetto verrà assegnato il Premio Adriana Prolo 2014 e di lui si rivedrà l’indimenticabile Allegro non Troppo, del 1976 rimasterizzato in blue ray, e non solo.
In conclusione il senso ultimo di questa nuova pirotecnica edizione del TFF stà proprio nel suo manifesto che riporta una accattivante foto del regista Jerry Schatzberg scattata nel 1975. L’immagine di sè è frantumata in uno specchio rotto in un autoritratto provocatorio la cui interpretazione sta alla fantasia di ciascuno nella chiara intenzione di voler fare a pezzi le regole per reinventarle. Di Schatzberg si ricorderà certamente Lo Spaventapasseri del 1973 con la grande interpretazione di un giovanissimo Al Pacino insieme con Gene Hackman che valse al regista la Palma d’Oro a Cannes.
Dario Arpaio
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