…aspettando I Love Radio Rock. Pensieri ad alta voce…
Di Dario ArpaioViviamo in un tempo in cui una certa parte del cinema pare orientata sempre più verso atmosfere dark che non a cascate di happy end; quelle stesse forse troppo confusamente elargite in passato, anche per distogliere da una realtà diversa. Oggi gli eroi, in veste normale o super, sono cupi, vincono, ma con sofferenza.
Personaggi come ad esempio il John Connor dell’ultimo Terminator (versione Christian Bale) scelgono la via del cuore all’ultimo minuto, e solo dopo un profondo disagio interiore. Per non dire di ciò che nasconde nel suo passato Lisbeth Salander, l’eroina hacker della saga Millenium dello svedese Stieg Larsson, magnificamente resa dall’esordiente Noomi Rapace, la quale arriva a reagire alle miserie della vita subita nella vicenda solo con la sua sofferta cupa caparbietà che si rivelerà inesorabile.
Peraltro si giunge anche agli eccessi opposti, quelli che, per esempio, ancora non consentono la distribuzione di un film come La strada, tratto dall’omonimo struggente pluripremiato romanzo di Cormac McCarthy (lo stesso di Non è un paese per vecchi). La critica americana ha giudicato questo film come il capolavoro dell’anno. Eppure La strada non è ancora nelle sale perché troppo crudo nel rappresentare un mondo post-apocalisse privato di ogni speranza.
E’ come se al cinema di oggi mancasse la spinta per proporre una qualche gioia di vivere che non c’è. Viene meno anche la follia sana del sogno vissuto nel reale. E questo è male, benchè qualche cineasta nuoti magnificamente contro corrente nel sogno per filtrare la realtà. Terrry Gilliam è il loro campione; ma, anche per lui quanta fatica per trovare il denaro… Almeno c’è ancora la musica a correre in soccorso, a smuovere gli animi. Magari, come contentino, si possono rispolverare le canzonette degli Abba, dolcificanti a zero calorie. Meglio forse riprovare con una presa adrenalinica dei mitici Stones, sempre vivi in concerto (Shine a Light di Scorsese). Commedie come Across the Universe provano a rinfrescare i fabulous anni ’60 dei Beatles in forma di fragola succosa. Manca ancora qualche marcia in più.
Ed ecco arrivare il recentissimo Cadillac Records. Con questo riuscito film Darnell Martin ci porta dentro alla storia del blues di Muddy Waters, al momento della nascita del grande rock & roll di Chuck Berry… La musica è lì nella radio (o nel freddo dell’iPod…). Viene come da lontano per stare con noi, a volte da un secolo tramontato per sempre (vedi Radio Days di Woody Allen).
Insomma non possiamo solo registrare sui toni dark. Occorrerebbe evoluire, comprendere, sì, criticamente il mondo e ciò che ci circonda (grande plauso alla riflessione di Ermanno Olmi con il suo Terra Madre), ma ci vorrebbe anche un pirata del sogno, magari stile Johnny Depp (tra l’altro è anche un discreto chitarrista). O una radio pirata? … I Love Radio Rock (a lato la locandina originale)… a domani per la recensione del film …
Dario Arpaio
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