Bill Murray è uno strepitoso St Vincent
Di Dario ArpaioSt Vincent, scritto e diretto da Ted Melfi, è una commediola sentimentale, adeguata al clima natalizio. Soggetto e trama sono poco originali, farciti con un po’ di melassa e tanti buoni sentimenti. Nulla di nuovo quindi eccezion fatta per uno strepitoso Bill Murray affiancato da due eccellenti partners, Melissa McCarthy, la madre, e Naomi Watts, la prostituta russa incinta. Grazie a loro tre vale davvero la pena di andare a vedere il film di Melfi, senza rimpianti e con soddisfazione.
Dopo lo strabordante successo ottenuto con i Ghostbusters (1984) Murray ha vissuto alcuni anni adagiandosi nella notorietà improvvisamente acquisita, perdendo un po’ di vista la professionalità, collezionando solo proposte di copioni poco interessanti che sfruttavano il suo nome. Solo parti marginali in film mediocri, fino a tornare grande in Lost in Translation (2003), esaltando ulteriormente le sue capacità interpretative in Broken Flowers (2005). Anche alcuni ruoli nei film di Wes Anderson lo hanno tenuto a galla e oggi lo ritroviamo di nuovo al top in St Vincent e la sua interpretazione vale da sola tutto il film.
Murray-Vincent è un prototipo bukowskiano di sessantenne cinico ubriacone in conflitto con la società. Sopravvive tra le scommesse alle corse dei cavalli e i favori di una prostitua russa in attesa di un bambino. Le giornate scorrono incolori e tutte uguali fino all’arrivo dei nuovi vicini di casa. Lei è una donna sola con un figlio dodicenne e stenta a guadagnare i soldi necessari per fronteggiare le pretese dell’ex marito nei confronti del ragazzo del quale pretende l’affidamento. La donna trasloca proprio nell’abitazione a fianco di quella del burbero Vin. Proprio vicino a lui che sopravvive alla vita a modo suo, anarcoide e sballato. Ma quando si troverà a fare il baby sitter del ragazzino, più o meno suo malgrado, tutto evoluirà, tra qualche leggero colpo di scena, nel più classico lieto fine alla Frank Capra.
Nulla di particolarmente originale quindi. Ma che dire di più di Bill Murray. Straordinario nei duetti con Melissa McCarthy e Naomi Watts, entrambe simpaticamente perfette. Anche il ragazzino, interpretato da Jaeden Lieberher pare a suo agio nei panni del piccolo timido in cerca della figura paterna. I titoli di coda salutano con un assolo di Bill seduto sulla sgangherata panca nel suo improbabile arido giardinetto mentre si cimenta con l’innaffiatoio, canticchiando la sua vita sulle note di Shelter from the Storm di Bob Dylan e via così.
Dario Arpaio
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