Dino Risi: omaggio con “Il Sorpasso”
Di Daniele GrattieriSabato 7 giugno il cinema italiano ha dato il suo addio a uno dei nomi che hanno fatto la storia delle pellicole nostrane.
Dino Risi è morto a Roma all’età di 91 anni, lasciando per sempre un grande vuoto che verrà riempito dalla memoria dei suoi capolavori cinematografici, soprattutto quelli che l’hanno reso il padre della commedia all’italiana.
Oggi nella città eterna e, in particolare, presso la Casa del Cinema, si svolgerà una commemorazione nel suo nome: familiari e amici porteranno la loro testimonianza e il loro ricordo.
Io vorrei ricordarlo con una breve recensione su uno tra i tanti film significativi realizzati da quel regista che era laureato in medicina ma ha preferito il cinema: Il Sorpasso.
Il Sorpasso è una pellicola risalente al 1962; una fotografia degli anni del boom economico italiano, che immortala un Vittorio Gassman nei panni di Bruno Cortona, in giro con la sua auto Lancia Aurelia Sport in una caldissima giornata di Ferragosto e Jean-Louis Trintignant nelle vesti di Roberto, studente di giurisprudenza, al quale Cortona domanda di poter salire nel proprio appartamento per fare una telefonata. L’apparecchio telefonico diventa così il fattore determinante per il proseguimento della pellicola: Bruno e Roberto risalgono assieme sull’auto di Bruno e trascorrono la giornata vagando e fermandosi, ora in un posto ora in un altro, con Bruno espansivo ed eccessivo e Roberto sempre piuttosto diffidente e tacituro ma trascinato dall’esuberanza di Bruno. I due seguono due tedesche al cimitero, si fermano a osservare un incidente stradale, danno un passaggio a un contadino, vanno a pranzo in un osteria (dove Bruno cerca di conquistare momentaneamente una donna), poi si dirigono dagli zii di Roberto e alla fine vanno a dormire in spiaggia dove si svegliano il giorno dopo. Man mano che le situazioni li vedono coinvolti, Roberto riesce gradualmente ad allentare la tensione e a lasciarsi andare alle stranezze e all’euforia di Bruno tanto che, l’indomani dal loro incontro, Roberto si convince a telefonare alla ragazza di cui è innamorato, facendosi avanti. Sarà proprio quando Roberto supererà la timidezza, la propria riservatezza e chiusura nei confronti della società libertina (che sta cominciando a conoscere grazie all’amico), oltrepassando la giovinezza e tuffandosi nel mondo adulto, che chiederà a Bruno di schiacciare sull’acceleratore in un sorpasso che si rivelerà fatale: l’auto precipiterà in un burrone e Roberto perderà la vita.
Dino Risi con questo film ha messo in luce gli aspetti negativi del boom economico di quei tempi, della pericolosità di determinati modelli, apparentemente innocui e anzi desiderabili, e dell’inevitabilità della vita, che si vive per passaggi che vengono superati in continuazione, senza che la loro evoluzione segni sempre un traguardo positivo.
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Dino Risi è stato uno dei massimi esponeti della commedia all’italiana. Ho visto quasi tutti i suoi film e posso dire che sono tutti molto rappresentativi dell’italia degli anni del dopoguerra. Risi ci ha lasciato una bella eredità culturale.grazie