Grande attesa a Venezia per ‘Anime nere’ di Francesco Munzi
Di nicolettaDopo La vita oscena, il primo film italiano visto al Lido di Venezia, la commovente storia di un ragazzo che voleva morire di dolore ma riuscì a risalire diventando un poeta, oggi è il grande giorno per il primo lungometraggio italiano in gara, quell’Anime nere del regista Francesco Munzi che potrebbe essere riassunto in una pillola con le parole “la ‘ndrangheta vista con lo sguardo di tre giovani calabresi della Locride”.
In 100 minuti si raccontano le vicende di tre fratelli, provenienti da una umile famiglia di pastori, che vivono contigui alla ‘ndrangheta, ma non serenamente. Luigi, il minore dei tre, traffica in stupefacenti a livello internazionale. Il secondo Rocco, milanese adottivo, nasconde dietro un’apparenza per bene attività imprenditoriali che riciclano il denaro sporco del fratello più giovane. Il fratello più grande, Luciano, si culla in una sorta sogno malato che venera la Calabria del passato lontano e ha l’abitudine di dialogare malinconicamente con i defunti. Ha un figlio di vent’anni, di nome Leo, che rappresenta perfettamente la generazione perduta dei giovani privi di identità, privi di speranza per il futuro e pieni di astio. Quando per una futile lite compie un atto intimidatorio nei confronti di un locale che sta sotto la protezione del clan rivale, scoppia la “bomba” del conflitto. Luciano rivive così il dramma già vissuto molti anni prima quando il padre fu ammazzato.
Il film, che uscirà in tutte le sale il 18 settembre 2014, è basato sul romanzo Anime Nere di Gioacchino Criaco, da molti visto fin dal 2008, anno della sua pubblicazione, come perfetto per la trasposizione cinematografica. Un libro che si può leggere tutto d’un fiato e che cattura con i colpi di scena, il ritmo, il linguaggio semplice ma incalzante.
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