Guillermo del Toro fra vampiri, hobbit e mattatoi
Di Elvezio SciallisGuillermo del Toro ha confermato nel tempo non solo di essere uno dei principali plasmatori dell’immaginario fantastico contemporaneo ma anche di riuscire ad attuare riflessioni anche molto importanti sullo stato dell’arte e dell’intrattenimento.
Il regista messicano si trova ora in uno di quei classici periodi di super produttività, con le mani in pasta in ben tre progetti distinti e confermati, senza voler contare tutta la ridda di gossip e notizie che trapelano in rete.
Il primo in ordine di importanza e ovviamente il più stressante è la trasposizione cinematografica di The Hobbit, il film in due parti con il quale del Toro dovrà dimostrare di essere all’altezza (e possibilmente anche superiore) alla potenza visionaria di un Peter Jackson.
Qualunque persona sana di mente, alle prese con un progetto simile, non troverebbe il tempo nemmeno per respirare, invece Guillermo ha cominciato a pensare anche a un film tratto dallo stupendo Mattatoio 5 del compianto Kurt Vonnegut. Altra impresa assai stressante, direte voi. Già, quindi perché non rilanciare e aggiungere alla posta anche una trilogia di romanzi su dei moderni vampiri metropolitani?
Detto fatto e fra pochissimo uscirà in tutte le librerie il primo capitolo di The Strain, scritto a quattro mani con Chuck Hogan. Dal cinema alla scrittura, con incursioni nel campo dei videogiochi e dei fumetti: Guillermo del Toro, più di ogni altro autore, sembra essere il simbolo di quella convergenza (da lui stesso predicata anche in una recente intervista a Wired) fra varie arti e campi dell’intrattenimento, convergenza in grado di creare, fra qualche anno, una forma di narrazione totalmente nuova…
Commenta o partecipa alla discussione