Hercules il Guerriero
Di Dario ArpaioIl primo clamoroso apparire del mito di Ercole sullo schermo si deve al regista Pietro Francisci, che nel 1958 scelse Steve Reeves per (s)vestire i panni dell’eroe mitologico. Immediatamente le fatiche dell’eroe greco da dodici si moltiplicarono esponenzialmente e l’attore americano si trovò felicemente coinvolto in una serie di film che lo spedirono all’inferno e altrove, oltre a fargli anche vestire i panni del povero Enea in fuga da Troia. L’Ercole di Reeves piacque e molto, fu uno dei punti fermi del genere ‘peplum’, molto in voga negli anni ’60, e approdò con successo anche oltre oceano, magari perdendo il fascino del doppiaggio del grande Emilio Cigoli, che dava voce a Reeves.
A dire il vero un paio di decenni prima ci aveva pensato anche il vate D’Annunzio a pescare nel mito battezzando il suo italico Maciste. Ma questa è un’altra storia.
L’eroe mitologico si è ritrovato recentemente in un fumetto, anzi ‘graphic novel’, Hercules: The Tracian Wars, fimato da Steve Moore e Cris Bolsin, pubblicato dalla Radical Comics. Dopo di che il nostro se ne è tornato nel dimenticatoio fino a che la Paramount e la MGM hanno risvegliato Hercules il Guerriero, affidando la regia di un nuovo film a Brett Ratner, già forte del consenso ottenuto gazie alla serie Rush Hour con Jackie Chan protagonista, nonché per aver firmato X-Men 3.
Rattner ha chiamato Dwayne ‘Rock’ Johnson per dare volto al mito. Va subito detto che tra i wrestler trasformati in attori, Johnson ha dimostrato di possedere una certa personalità e capacità interpretativa in tutti i ruoli che gli sono stati affidati, esprimendo sempre una buona dose di humour e autoironia. Insomma è simpatico e piace. Per la cronaca, Johnson si è preparato al film in sei mesi di duro allenamento in monastico ritiro.
Hercules il Guerriero di Rattner segue più o meno fedelmente il fumetto e ci porta via dalla Grecia nel mezzo della Tracia. Le mitiche dodici fatiche fanno da prologo al film, sintetizzate in un paio di minuti di narrazione, spettacolare e divertente. L’eroe sarà anche un semidio, frutto di una scappatella di Zeus, ma deve convivere con la sua debolezza di uomo, manifestando ansie e angosce, peraltro eccellendo nell’attaccamento al denaro. Di fatto Hercules è diventato un mercenario al soldo di chi lo paga meglio, coadiuvato nelle sue imprese da una combriccola di simpatici compari. Ci sono l’uomo bestia, un’amazzone, un ladro, una specie di veggente tuttofare e un nipotino che di mestiere fà l’aedo, sempre pronto a esaltare le gesta dello zio per aumentarne la fama. Hercules e i suoi dovranno vedersela con rivolte e tradimenti e solo all’ultimo minuto potrà trionfare sui malvagi.
Un film annunciato piacevole già nei suoi presupposti, soprattutto per gli amanti delle graphic novel di genere. Hercules il Guerriero è divertente e i 100 minuti passano veloci, senza suscitare particolari entusiami o rimpianti. Da non perdere i titoli di coda…
Dario Arpaio
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