Hotel Bauuuuuù
Di Dario ArpaioIngannando l’attesa per la notte degli Oscar (noi la seguiremo per voi in diretta…ahimè, non come inviati, bensì di fronte al video, con accompagnamento di birra, whiskey e patatine…) non c’è niente di meglio che rilassarsi piacevolmente con Hotel Bau, Hotel for Dogs. In fondo è la stessa cosa, però suona meglio il titolo originale. Una commediola senza pretese che vede due orfanelli alle prese con una coppia affidataria, dall’aria un po’ beota, con Lisa Kudrow (ricordate la Phoebe di Friends?), stupida e stonata, insieme con il suo compagno Kevin Dillon nei panni di un improbabile rocker. Don Cheadle interpreta (non al suo meglio) l’assistente sociale buono che corre in aiuto dei ragazzini sempre in mezzo ai guai. Poi c’è il cagnetto, un meticcio bianco, tutto pepe, che copre il ruolo del migliore amico dei due, un vero protagonista. Proprio quando pare non ci sia posto né per i cani, né per gli orfanelli alla fine si ritroveranno i due ragazzi, il cane e qualche amico a occupare, in perfetto stile squatter, un improbabile grand hotel abbandonato. Va da sé che cane chiama cane e così la famiglia cresce di numero, cresce, cresce… fino al dovuto happy end. Hotel Bau è divertente, leggero, non ha grandi pretese e offre anche qualche trovata originale (grazie ai cani, s’intende, e ai loro addestratori).
Voglio approfittare del film per pungolare, per stimolare, per accrescere la soglia di attenzione sulla sorte dei cani e, soprattutto, sui bastardi che li maltrattano, li seviziano, li abbandonano. Questa nostra società odierna manifesta la noncuranza dei più di fronte alle sofferenze inferte agli animali. Per non dire della poca attenzione da parte dei politici i quali sanno solo imbonire le masse sperperando parole a proprio uso e consumo, dimostrandosi spesso incapaci di fronte alla realtà del Paese, inutili, a volte addirittura dannosi nel ruolo di statisti assenti (anzi assenteisti) che non si occupano certo di legiferare per salvaguardare gli animali. Mica gli portano voti… Il maltrattamento degli animali è reato di poco conto. Cosa volete? E’ il caso di perdere tempo proprio con i cani le cui fastidiose tracce si trovano disseminate per i marciapiedi? Ma sì, mettiamo qualche multa qui e là, anzi, se qualcuno viene morso, trasformiamo subito il cane azzannatore in un mostro uscito dalla penna di Stephen King, senza spiegare, senza capire che, se esistono cani aggressivi, sono i padroni incapaci gli unici da condannare. Un cane è un fratello, è come un figlio. Chi li ama lo sa bene. Chi non li conosce non può saperlo, li evita, li teme, addirittura ne ha paura. Ma provate, voi che non avete mai avuto uno, a guardare una volta un cane negli occhi, avvicinatevi, non abbiate paura, è un essere vivente come voi. Ha tutti i diritti di ogni essere vivente di questa povera Terra. Non dimentichiamolo, non ignoriamo la dignità degli animali! Non farlo significa danneggiare noi stessi! E se non lo capiremo, non saremo mai neanche in grado di liberarci dai tanti condizionamenti imposti dallo sciocco modo di vivere, così come lo abbiamo voluto, così come lo abbiamo fatto. E che anche i ‘padroni’ dei cani siano all’altezza del ruolo, nel rispetto dell’animale, e con amore (e pulizia…).
Dario Arpaio
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“i cani non portano voti”. Ed insieme ai cani anche i tutto il resto degli animali, senza tutele rilegati ad inutili oggetti regalo dei quali disfarsi dopo che ci si è stufati.
Condivido il tuo discorso Dario, soprattutto quando parli della manipolazione mediatica che viene fatta su piccoli e isolat fatti di cronaca. Mi sfugge ancora il fine ultimo di questa disinformazione, ma ne possiamo vedere i risultati facendo un giro per strada. La parola d’ordine è paura e con la paura ematginazione ed infine discriminazione.
Non esiste volontà di una salvaguardia ed una tutela degli animali, al di là di pene “esemplari” non esistono progetti di recupero e fondi, come dimostrato dallo stato dei canili e dei gattili in italia. Veri e propri lagher per animali abbandonati dei quali tutti cercano presto di dimenticarsi. E guai a pensare anche solo per un secondo di attingere da questi posti qualora si decida di prendersi cura di un animale.
Da una parte uno stato pigrone ed agiato, dall’altra ignoranza e provincialismo, delineano una fotografia del nostro paese sepre indietro, sempre a rincorrere in tutti i settori. E dove non vige ripetto e tutela per l’animale oggi, difficilmente non ce ne sarà domani per l’uomo.
Sono felice che sia stata colta l’occasione per parlare in vece di chi non ha voce, non ha diritti, non ha privilegi ma soffre, piange e grida ogni giorno, in ogni parte del mondo, ad ogni ora per la barbarie dell’uomo che da predatore sovrano si trasforma troppo spesso in sadico torturatore.
Gli animali non hanno voce, noi possiamo dargliela; possiamo combattere per le battaglie che li vedono vittime innocenti di una guerra che non ha confini, non ha ideologie di fondo e purtroppo pare non avere fine… quello che non si conta sono le vittime…
Vorrei aggiungere che ci sono tante persone che dedicano la loro vita, le loro risorse, le loro energie e il loro tempo libero per fare si che le cose migliorino…
Mi ha fatto molta tenerezza il rude Mickey Rourke agli Oscar con il volto segnato da una vita di sofferenza e le mani da gigante che accarezzano la foto, su una medaglietta appesa al collo, della sua cagnolina Loki mancata qualche giorno fa.