Il Dracula di Dario Argento non morde!
Di Dario ArpaioDario Argento torna sugli schermi con la sua prima opera girata in 3D e sceglie di dire la sua sul conte Dracula. Il film è stato presentato fuori concorso al 65° festival di Cannes, riscuotendo ben poche approvazioni. È un peccato che un regista così apprezzato e acclamato per film come Suspiria o Quattro mosche di velluto grigio, solo per citarne due a caso, si sia distratto nel girare un film risultato ben al di sotto delle aspettative, e a tratti sciatto. Gran merito alla fotografia di Luciano Tovoli, il quale ha saputo trasformare il ricetto medievale di Candelo, nel biellese, in uno location ideale, cupa e surreale. Tovoli ha già collaborato con Dario Argento dando il meglio di sé in Suspiria, ma ha lavorato con merito anche con Antonioni, giusto per dare una sintesi quanto meno riduttiva delle sua arte.
Altro aspetto meritevole del Dracula di Dario Argento è la colonna sonora, abilmente tracciata da Claudio Simonetti. Il suo stile si riallaccia, omaggiandoli, ai temi dei grandi film sul vampiro più famoso della storia del cinema, quelli prodotti negli anni ’50 dalla mai dimenticata casa di produzione inglese, la Hammer, che ha dato gran lustro al genere horror.
Peraltro la sceneggiatura sulla quale ha lavorato Dario Argento è debole, frammentata. I dialoghi sono davvero poca cosa e, se un conto è rendere omaggio al genere B-movie degli anni andati, un altro è rendere quasi ridicole le battute dei personaggi. Se poi questi vengono affidati ad Asia Argento, sempre troppo sopravvalutata, c’è poco altro da aggiungere. Neanche il buon Rutger Hauer, che appare quasi distratto, riesce a dare peso e sostanza al suo Van Helsing, figura chiave in ogni vicenda legata al conte Dracula. Thomas Kretschmann veste i panni del vampiro tentando di dargli un’anima, impresa ammirevole nel presupposto poetico, meno nel risultato.
In effetti il film vorrebbe tenersi stretto al grande romanzo di Bram Stoker, del quale ricorre il centenario della morte, ma tolta qualche sequenza, il Dracula di Dario Argento non ‘morde’…
Grande era l’attesa per questo ritorno di un maestro indiscusso dell’horror e certamente un passo falso non scalfisce i meriti acquisiti in passato.
Per gli amanti del Conte meglio sarebbe andare a rivedersi i duelli indimenticabili tra Christopher Lee e Peter Cushing, che proprio con la Hammer diedero il via a una serie di pellicole sul succhiasangue più famoso della storia del cinema. Era il 1958 e altre sette volte i due attori si cimentarono nei panni di Dracula e di Van Helsing. Oppure, perché no, andare a ripescare il primo Nosferatu di Murnau del 1922, quello dalle lunghe ombre. Magari andare a rivedersi il Dracula di Tod Browning del 1937, con Bela Lugosi nei panni del conte. Li vestiva di giorno e di notte anche nella realtà, dopo averli già indossati a Broadway dove riscuoteva grandissimo successo nella trasposizione teatrale del romanzo di Stoker. Ancora si potrebbe tornare al Dracula di Francis Ford Coppola del 1992. C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma Dario Argento…
Dario Arpaio
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ciao Dario è sempre un piacere leggerti…Quando ho letto dell’uscita di questo film, immaginavo andassi a vederlo 🙂 … Io non ci sono andato perchè ero molto scettico. Vedo che non ti ha entusiasmato così mi risparmio di vederlo al cinema… Dei film che hai citato manca il dracula da me preferito “Nosferatu, il principe della notte” del 1979 con Klaus Kinski … A presto Dario magari per berci una birra ciao Giuseppe