Il ricco, il povero e il maggiordomo: la favola scacciacrisi di Aldo, Giovanni e Giacomo
Di alessiaEra praticamente impossibile che il contesto di crisi in cui viviamo da anni non finisse per contaminare la trama del nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Il ricco, il povero e il maggiordomo, che arriva a quattro anni dall’ultimo campione di incassi (La banda dei Babbi Natali) è un gran divertimento, anche se intonato al tema della recessione. Nel film Giacomo veste i panni di un operatore finanziario che è incappato in una disavventura africana ed è finito sul lastrico – pur avendo una consorte ricchissima, piena di botulino e con megavilla sul lago. Giovanni è invece il suo maggiordomo: sembra docile, ma è pronto a farsi valere, grande esperto nell’uso della katana e innamorato perso della cameriera sudamericana Dolores. Aldo è invece un bambinone che vorrebbe fare l’ambulante, sonnambulo, figlio di una matrona vedova che decide per lui (la bravissima Giuliana Lojodice). Paradossalmente le donne lo adorano, mentre lui ne è spaventato a morte. Siamo ancora una volta di fronte al gioco dei contrasti e degli scambi tra le classi sociali che richiama pellicole passate alla storia come Una poltrona per due. Il finanziere è costretto ad adattarsi all’ospitalità di due poveracci. Ma c’è bisogno di un garante per il prestito per il povero Giacomo: ci pensa Aldo, che indossa baffi finti e si traveste da petroliere azero con la missione di sedurre la donna che potrebbe mettere la firma utile: Francesca Neri.
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