Kevin Levine “killa” il film su BioShock
Di Elvezio SciallisFra le tendenze più preoccupanti in atto ormai da tempo a Hollywood c’è quella, che attraversa e riguarda tutti i generi, che consiste nel cercare in tutti i modi di produrre pellicole con un divieto di censura piuttosto basso, in modo da poter attirare la fascia di pubblico giovanile che è considerata come più appetibile dai manager e analisti delle major.
Questa tendenza, lungi dal far scomparire determinati tipi di film, li modifica, limandone ogni aspetto, sforbiciando e ammorbidendo quanto possibile pur di arrivare al sospirato PG-13. E quando questa tendenza trova opposizioni ecco che si arriva al taglio dei fondi, in modo che se il film incasserà poco i produttori avranno comunque perso una somma minore.
Una meccanica di questo tipo è riuscita infine a “uccidere” una delle poche pellicole tratte da un videogioco che ci sembrava promettere bene, ovvero BioShock.
Inizialmente la pellicola, in cantiere Universal, aveva un budget di oltre 160 milioni (in seguito 200) e Gore Verbinski intendeva farne una pellicola R rated o quasi, con il sangue e l’ovvia dose di violenza implicita in una trama che vede un uomo doversi far strada nelle rovine di una città sommersa ormai infestata da mostri e mutanti.
Ma la prospettiva di rischiare tale somma a fronte di un regista che non intendeva girare in altro modo il film ha in seguito convinto i produttori a scendere alla più modesta (per quanto determinate cifre rimangano da capogiro) somma di 80 milioni. A quel punto Verbinski ha lasciato il progetto, accampando varie scuse per nascondere la sua rabbia e quindi è arrivato Juan Carlos Fresnadillo.
Ken Levine, il game designer, si è trovato quindi a passare da un film con 200 milioni di dollari e un regista che poteva assicurare una determinata estetica a 80 milioni e un cineasta il cui stile forse non corrisponde alle esigenze di quella trasposizione.
Siccome 2K Games, la compagnia di BioShock, ha sempre dato molto valore alla creatività dei singoli ed evidentemente un cambio così grande non deve aver convinto Levine che ha infine ammesso, candidamente: “so they said if you want to kill it, kill it. And I killed it.”
Crediamo non ci sia bisogno di traduzione e pensiamo anche che, per quanto dispiaccia non poter vedere BioShock su grande schermo, Ken Levine abbia fatto bene.
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