La Teoria del Tutto e Redmayne in corsa per l’Oscar
Di Dario ArpaioCinque sono le nomination per La Teoria del Tutto di James Marsh. Nella notte degli Oscar è a in lizza come Miglior Film, Miglior Attore e Miglior Attrice Protagonisti, Miglior Sceneggiatura Non Originale, Miglior Colonna Sonora Originale. Il protagonista, Eddie Redmayne, ha già vinto il Golden Globe per la sua incredibile performance nei panni dell’astrofisico Stephen Hawking. Stante la tradizione che unisce le due manifestazioni, potrebbe risultare facile pronosticargli un analogo trionfo con la statuetta dello zio Oscar in mano. Grande è il merito di Redmayne tanto quanto quello della sua partner Felicity Jones, nel ruolo della prima moglie di Hawking. Insieme danno corpo e spessore alla sceneggiatura di Anthony McCarten, che ha lavorato sul libro scritto dalla moglie di Hawking, Jane. La storia d’amore tra i due personaggi riempie lo schermo, lo colora di sentimento, sequenza dopo sequenza, con garbo e senza eccedere in troppi manierismi. In effetti La Teoria del Tutto si poggia sulla vita sentimentale di Hawking. Poco altro rispetto a ciò che potrebbe derivare dalla immensa levatura dello scenziato universalmente acclamato, famoso per le sue rivoluzionarie teorie sulle leggi che regolano l’Universo, sulla termodinamica dei buchi neri, sulla origine del tempo, sull’infinito, che va oltre se stesso, alimentando una visione della materia dotata di densità infinita, tale da modificare, nella sua essenza, le teorie di Einstein sul rapporto spazio/tempo. La strada che porta alla formulazione della teoria del tutto è l’avventura della vita di Hawking, che ha appena compiuto 73 anni. Una affascinante tesi sintetizzata in una sola e unica equazione capace di dimostrare l’origine e il significato della vita stessa. Ogni possibile risposta garantita dalla sola elegante formula capace di dare un senso a ogni quesito che l’uomo si sia mai posto sull’essenza della propria esistenza.
Come noto Stephen Hawking sta trascorrrendo la sua vita su di una sedia a rotelle a causa di una malattia degenerativa, una distrofia muscolare diagnosticatagli all’età di 21 anni con un’aspettativa di due anni di vita. Certamente l’amore di Jane Wilde ha dato forza al giovane Stephen, lo ha sorretto nella sua instacabile caparbia geniale ricerca di scenziato. Contro ogni scommessa, i due hanno anche avuto il dono di tre figli. La tenacia di Hawking lo ha sostenuto nella battaglia contro la malattia e nei terribili momenti di solitudine e di angoscia. Hawking è riuscito dove nessuno scenziato prima di lui e pochi uomini come lui hanno potuto e saputo manifestare. Redmayne ha ottenuto il plauso dello stesso Hawking per la sua interpretazione magistrale. Il giovane attore britannico riesce a esprimere con gli occhi ciò che nessun copione gli darebbe mai modo di performare altrimenti. Per la sua emozionante prova d’attore ci auguriamo possa ricevere l’ambita statuetta che per lui, classe ’82, sarebbe un traguardo prestigiosissimo, unico. Di Redmayne possiamo ricordare l’interpretazione di Marius, lo studente innamorato di Cosette nei Misérables per la regia del suo connazionale Tom Hooper. La Teoria del Tutto è un film di grande sentimento, una storia d’amore, in perfetto stile british, anche in virtù della buona direzione di Marsh e il suo background di documentarista. Non manca di emozionare ancorchè si debba ammettere che, come biopic, si conceda qualche licenza, a buon titolo, poetica.
Dario Arpaio
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