Le prime scelte per le nomination all’Oscar
Di Dario ArpaioLa potente associazione dei produttori americani, la PGA, ha comunicato i titoli dei film che ottengono la loro preferenza per la corsa all’assegnazione del prossimo Oscar.
Negli scorsi anni, 12 volte su 18, i film nominati dalla PGA hanno ottenuto la consacrazione con la preziosa statuetta.
Questi i titoli prescelti come miglior film:
The Curious Case of Benjamin Button, che ci propone uno straordinario Brad Pitt;
The Dark Night, che tutti ormai conosciamo e ammiriamo;
Frost/Nixon, che racconta i retroscena della famosa intervista televisiva che segnò il declino del presidente del Watergate;
Milk, il nuovo pezzo di bravura di Sean Penn che impersona per Gus Van Sant ,il primo omosessuale californiano impegnatosi tragicamente sulla scena politica;
Slumdog Millionaire, il film sulla drammatica vicenda di un partecipante al famoso quiz televisivo.
Per il miglior film d’animazione, i titoli designati sono:
Bolt, sulle vicende del cagnolino star televisiva;
King Fu Panda, sull’orsetto karateca;
e il bellissimo straordinario Wall-E.
Peccato per la non scelta di Valzer con Bashir dell’israeliano Ari Felman che propone la sua riflessione sulle personali esperienze vissute all’epoca delle stragi di Sabra e Shatila nel 1982. Un coraggioso film d’animazione che sfrutta la tecnica del documentario per narrare e per non dimenticare. Meno male che questo degnissimo film ha ottenuto l’apprezzamento della potente associazione dei critici americani, la NSFC che assegna ogni anno un suo riconoscimento giunto alla 49° edizione.
In conclusione, però, nessuna grande sorpresa. Anche l’associazione degli sceneggiatori, la SAG si è già pronunciata similmente, almeno in parte.Staremo a vedere chi verrà proposto per le altre nomination per la statuetta dello zio Oscar, che seppur ultimamente criticato e un po’ sottotono mantiene intatta gran parte della sua grande e indiscussa notorietà.
Commenta o partecipa alla discussione
FORZA WALL.E !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Apparte gli scherzi.
Direi che sono nomination più che ovvie. Tutte meriterebbero la prestigiosa statuetta. in questi casi io direi, che vinca il migliore!!!
Su il cavaliere oscuro, nonostante fosse un bel film, dubito sulla sua vittoria come miglior film.
Riguardo alle nomination al miglior film d’animazione Bult è da scartare. Madagascar 2 è più consono. Ma io faccio il tifo assoluto per WALL.E
Ripeto quindi: FORZAAAAA WALL.E !!!!!!!!!!
Certo che ce ne vuole per definire Po di “Kung Fu Panda” un praticante di Karate quando lo stesso titolo descrive in maniera palese la disciplina marziale praticata…
beh federico … mi veniva male scrivere kungfuteca…e, onestamente mi sembra già abbastanza brutto karateca o judoka… comunque, bene o male, si tratta di arti marziali in un cartoon… in ogni caso, corretto l’appunto!
a francesco direi che sono tutte nominations ‘annunciate’ nel senso che, comunque, l’assegnazione dell’oscar è questione di cinema a stelle e strisce.
come ho scritto nei giorni scorsi, quanti grandi registi italiani, che hanno un posto più che di rispetto nella Storia del Cinema sono stati trascurati con grande superficialità da parte della giuria…
Anch’io mi associo a Wall-E, uno dei più bei film in assoluto del 2008!
ciao
dario
Ciao Dario,
perdona la vampata di didascalica natura, è solo che Karate e Kung-Fu sono due cose molto diverse, nonostante le contaminazioni che la prima disciplina citata ha ricevuto dalla seconda.
Ad ogni modo accantoniamo lo spirito marziale 🙂
Per quanto riguarda i lungometraggi CG non ho visto Bolt, nonostante alcuni miei amici ne abbiano tessuto, in maniera del tutto inaspettata, le lodi.
Kung-Fu Panda è spettacolare, il migliore prodotto CG della Dreamworks fino ad ora, anche perchè ero sinceramente stufo di Shrek e sono estremamente felice del fatto che abbiano abbandonato l’orco nel paese di “molto molto lontano”.
Wall.E è di sicuro un capolavoro, mi associo a Dario dicendo che è uno dei migliori prodotti del 2008, e secondo me il miglior lungometraggio in computer grafica mai realizzato fino ad ora, per sceneggiatura e tecnicità. Bellissimo!
The Dark Knight, sempre secondo la mia modesta opinione, merita di sicuro una nomination, nonostante sia una pellicola che non si apprezza immediatamente, sono necessarie più visioni (magari la seconda visione da guardare in lingua originale per evitare di risentire Santamaria al doppiaggio di Bale/Batman) per comprendere questo prodotto di Nolan e per elogiare nuovamente Ledger che ci regala nel suo film postumo una interpretazione esagerata. L’effetto che mi fece The Dark Knight la prima volta fu quello di un contenitore sotto pressione, troppa carne al fuoco per una sola pellicola, una partenza quasi caotica ed un finale dove si gioca in un nanosecondo dei pesonaggi che potevano costituire una buonissima base per un eventuale seguito, insomma, un Nolan che sembrava braccato dal tempo che stringe, magari da imposizioni provenienti direttamente dalla produzione, che non gli ha concesso il tempo necessario per imporre al film il giusto ritmo.
The Curious Case of Benjamin Button mi incuriosisce moltissimo, l’idea che genera il film tra l’altro mi ricorda, “L’uomo Reversibile” del leggendario Alan Moore.
Massimo rispetto anche per Gus Van Sant, che fino ad ora mi ha deluso pochissime volte.
Ciao!
Ok Federico, grazie per il tuo commento! Siamo d’accordo pressocchè su tutto, ed è piacevole ritrovarsi a scrivere di cinema. (meglio se di persona davanti a una buona birra, magari Baladin…) così le immagini continuano, rivivono attraverso le ns emozioni, positive o no. … Pare che Pitt con Lo Strano Caso abbia davvero offerto una prova eccellente. A me è piaciuto moltissimo in Jesse James, dove ha veramente garantito grande spessore drammatico al suo personaggio con poche espressioni misurate. Veramente bravo!…
Gus van Sant è un indagatore del sentimento soprattutto adolescenziale oltre che omosessuale. Ho amato molto Paranoid Park e ne spiegato i motivi su qs sito.
I film in lingua originale sono un punto molto importante da rivedere, da approfondire. Secondo me a volte è meglio non capire tutte le battute (come succede a me…) ma ‘sentire’, percepire la genuinità dell’interpretazione dell’attore. Per esempio la Blanchett nell’ultima sua Elisabetta: ascoltare la sua recitazione dalla sua viva voce, la rende ancora più grande e bella di quello che già non sia possibile attraverso la pur brava doppiatrice. …mah… prima o poi ci abitueremo anche noi a vedere i films sottotitolati.
ciao a tutti!
dario