Paulette e i dolcetti da sballo
Di Dario ArpaioPaulette di Jérome Enrico è una commediola dalle tinte bonariamente dark con tanto di lieto fine alla Frank Capra, ispirata a fatti davvero accaduti in Francia. La protagonista assoluta è lei, Bernadette Lafont, musa della ‘nouvelle vague’ -ha recitato per Truffaut e Godard- tornata sulle scene nei panni di Paulette, ovvero un’acida vecchietta xenofoba e piena di rancore nei confronti di una società che l’ha privata della sua amata pasticceria, costringendola a vivere nei palazzoni dormitori della banlieue parigina.
Proprio quella periferia abitata da immigrati di tutte le etnie che, qualche anno fa, diedero sfogo alla loro rabbia in violenti scontri con la polizia. Paulette sopravvive con una pensione misera al punto da essere costretta a raccattare ciò che può frugando tra l’immondizia dei mercatini rionali, così come tanti anziani sono sempre più spesso costretti a fare. Un’immagine ormai frequente davanti ai nostri occhi in ogni grande città.
Il film di Enrico inizia così tra un accenno di dramma sociale e gli sproloqui della scontrosa Paulette contro tutti, mentre è alle prese con una figlia che, ahimè, ha addirittura sposato un nero, per di più poliziotto. Paulette non tollera proprio nessuno e non esita a dichiararlo. La sua vita però cambia all’improvviso quando decide di mettersi a spacciare cannabis diventando per tutti nonna spinello. La sua fama crescerà a dismisura quando arriverà a sfruttare tutta la sua esperienza pasticcera, preparando con cura e fantasia dei dolcetti da sballo che la porteranno, nonostante tutto, anche a riconciliarsi con gli affetti familiari.
La commedia di Jérome Enrico è un pot pourri di vari elementi ed è capace di far sorridere anche se la pretesa di rispecchiare gli effetti della crisi socioeconomica che il nostro mondo sta attraversando, o l’isolamento degli anziani, come pure l’accento indiretto sulla legalizzazione delle droghe leggere, restano in superficie senza incidere. Vani sarebbero i confronti con i graffianti film di Ken Loach, al quale Enrico sembra in certa misura ispirarsi. Bernadette Lafont è la regina incontrastata di ogni sequenza. E’ lei, nonostante i suoi 74 anni, a muoversi leggera facendo sua ogni inquadratura con un piglio e una verve unica che rende piacevole la Paulette dello spinello.
Dario Arpaio
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Andrò a vederlo, non vado mai al cinema ma questo commento mi ha incuriosita, bravo!