Petrolieri, scafandri e solitudine nelle sale italiane
Di Elvezio SciallisPochi i titoli in uscita domani: i distributori sono sicuramente spaventati dall’effetto San Valentino che porterà masse di spettatori a vedere il film di Muccino jr, Parlami d’amore, uscito strategicamente proprio oggi. Temo che questa banale poltiglia di luoghi comuni e tentativi di cinema “alto” possa segnare un piccolo record di incassi, lo scopriremo martedì prossimo.
Intanto, per le persone in cerca di cinema vero, le tre pellicole in uscita rappresentano ottime occasioni per confrontarsi con temi importanti e storie avvincenti. Protagonista principale è ovviamente Daniel Day-Lewis che ne Il Petroliere del redivivo Paul Thomas Anderson impersona un potentissimo tycoon del petrolio, in costante, drammatica, implacabile ascesa nella California di inizio secolo.
Spazio poi ad Away from her – Lontano da lei, che mette in scena un amore durato cinquanta anni e ora messo in pericolo dall’Alzheimer: la progressiva disgregazione della mente della moglie avvolge il marito in una cupa solitudine, rischiarata dai ricordi. Splendido lavoro di sceneggiatura di Alice Munro sulla base di un suo racconto.
Chiude lo sparuto gruppo delle uscite Lo scafandro e la farfalla, altra toccante storia di un uomo, dinamico caporedattore di una rivista, che rimane paralizzato dopo un lungo coma e riesce a comunicare con il mondo solo tramite il battito delle ciglia di un occhio. Riuscirà comunque, nel tempo e con una grande forza di volontà, a scrivere e pubblicare un libro, poi apparso in Francia una decina di anni fa.
Tre storie molto intense e mai banali, tre storie destinate a soccombere di fronte al cinema lollipop di Muccino jr, peccato. Ci ritroviamo da queste parti martedì per vedere chi ha incassato e chi ha invece perso la corsa al botteghino.
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personalmente sono a fare gran tifo per schnabel, un pittore già molto interessante che riesce attraverso il cinema a proseguire la sua genuina intepretazione del mondo attraverso le immagini. lo scafandro e la farfalla è un gran film, duro e affascinante.
Certo è che al giovin Muccino nessuno glielo ha mai chiesto di mettersi a far del cinema dall’altre parte della macchina da presa, ma come ho già avuto modo di scrivere altrove e su queste stesse pagine, ben diverso è essere dei cineasti dal trasformarsi in affaristi mediocri ma di successo, ovvero ce ne passa dal volere e sapere creare un oggetto d’arte qualificabile per una attenta fruizione al vendere o al vendersi per acchiappare quanti più soldi si può al momento giusto. Boh?!