Piccole bugie tra amici

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Piccole bugie tra amici è la terza prova registica dell’attore Guillaume Canet, compagno nella vita di Marion Cotillard, tra i migliori interpreti del film. Canet è anche l’autore della sceneggiatura costruita intorno alle ferie estive di un gruppo di amici che si ritrovano, come ogni anno, nella casa al mare di uno di loro. Decidono di lasciare solo a Parigi un altro amico coinvolto, all’ultimo momento prima della partenza, in  un terribile incidente stradale e vanno lo stesso a Cap Ferret a divertirsi, rimpiangendo, di tanto in tanto, la scelta di aver abbandonato in ospedale quello che, nel racconto, si rivela essere il più amato della compagnia.

La convivenza nel gruppetto di trenta-quarantenni, via via svela, intorno alle divertenti gags della prima parte, le ipocrisie, le ansie sopite, le illusioni represse e scopre la maschera che ciascuno scientemente indossa di fronte agli altri. Spesso le piccole menzogne del titolo aiutano a sopportare gli altri e, più di tutto, le proprie debolezze, o la paura di essere davvero felici.

Il film è uno spaccato di vita semplice, non porta nulla di originale che non sia l’evidenza dell’immaturità che a volte noi stessi utilizziamo come pretesto per aggirare le scelte di fronte alle quali la vita ci pone o ci porrà inevitabilmente nel corso degli anni. Canet sembra volerci dire che pare più facile giocare alla realtà che non confrontarsi con essa. Invitabilmente, però, prima o poi, i falsi specchi vanno in frantumi e l’immagine vera di noi stessi ci appare senza veli. Forse ci lascerà titubanti ma, in fondo, è con la nostra vita che giochiamo e vale davvero rendersi conto che possiamo farlo una volta sola. Meglio vivere nella consapevolezza dei sentimenti schietti e sinceri, senza maschere inutili, senza piccole bugie, accarezzando la verità di tutti i giorni, invece di ignorarla.

Il film ha un vago sapore di Truffaut, o di Cassavetes. Qualcuno ha notato taluni riferimenti all’indimenticabile Grande freddo del grande Casdan. Meglio affermare, senza tanti panegirici, che il giovane Guillaume Canet abbia scritto un film intimista, avvalendosi di grandi interpreti come Marion Cotillard o Francois Cluzet. Una commedia aggraziata fatta di piccole bugie che fanno pure sorridere e nel finale sanno ricondurre in primo piano il sentimento più vero, quello dell’amicizia.

Dario Arpaio


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