Planet Terror di Robert Rodriguez
Di Dario ArpaioLa tenda scarlatta è stata chiusa dalla maschera. Buio in sala. Il film va a cominciare. Qualche graffio sulla pellicola è normale.. però abbiamo pagato il biglietto si potrebbe anche vedere meglio, perbacco! Anche il sonoro è così così… gracchia un po’…
Già, questo era il cinema anni ’60, inizio anni ’70. In America si erano anche inventati le ‘grindhouse’, due film horror al prezzo di uno. L’ideale per i drive-in, per le coppiette… Questo hanno voluto ricordare con gran mestiere e ironia Quentin Tarantino con il suo Grindhouse Death Proof e Robert Rodriguez con Grindhouse Planet Terror. Entrambi innamorati dei cult movies anni ’60-’70 e di tutto il cinema che cattura scioccando, elettrizzando anche schifando, se necessario, il nostro sguardo di spettatori, mi si perdoni, anche un po’ guardoni.
Vedere i loro film, soprattutto di Robert Rodriguez a cominciare da Il Mariachi e il mitico Dal Tramonto all’Alba, è come passeggiare tra i titoli di uno Stephen King scherzosetto, di uno Zio Tibia alcolizzato e in preda a delirium tremens, ma sempre con un sorriso ironico dal sapor latino americano. Niente a che fare con le squallide pellicole stile Saw (chi ci mette un freno?!…)
Ma… che succede… il film non è ancora cominciato e viene proiettato un altro trailer! Machete sarebbe il titolo, con Danny Trejo protagonista assoluto, anche se non menzionato in alcun modo se non attraverso la sua faccia da messicano appena uscito da San Quintino (…a proposito lui c’è stato davvero e prima di diventare attore è stato anche campione dei pesi massimi degli istituti di pena della California, amico del mitico Edward Bunker…) Ma insomma quando comincia Planet Terror? Però questo Machete è tosto davvero, stile dio-persona-io-no…
Così, citazione dopo citazione, nei colori dai toni bruno rossastri tipici di quelle pellicole dal puzzo di celluloide, arriva anche il film vero dopo l’artificio del finto trailer.
Nel paesotto sperduto nel mezzo di niente è arrivata la notte del terrore molto molto splatter con virus che trasformano le carni dei poveri texani in poltiglia putrescente… ma i nostri lo sanno che non devono mollare… adda-passà-a-nuttata! Tutto in puro stile figliolini di Romero e dei suoi zombie più famosi. Però che schianto la protagonista femminile Rose McGowan, e non poteva mancare Freddy, il fratellino di Robert Rodriguez. E tanti altri caratteristi i cui nomi non ricorderemo mai, ma che sempre ritroveremo qui e là nei B-movies americani. I nostri eroi combattono e alla fine è lo stesso Bruce Willis –ma sì c’è anche lui- a spiegarci che la colpa è tutta di Bin Laden! Lo sapevate che è stato freddato da Bruce Willis?
Dario Arpaio
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Leggere questa recensione non solo stuzzica la curiosità ma alla fine fa venire oltre alla pelle d’oca una voglia spasmodica di correre al cinema e gustare un altro capolavoro noir!