Quattro Strade (2021): il cinema del futuro, che dovrebbe essere presente
Di Lorenzo FiorentinoATTO D’AMORE. Quattro strade, cortometraggio di Alice Rohrwacher prodotto da Avventurosa e distribuito da Mubi, è il più grande esempio di cinema del futuro; un futuro che dovrebbe, ormai, essere presente.
Nel 1957 François Truffaut scriveva: “Il film di domani mi pare dunque ancora più personale di un romanzo individuale e autobiografico, come una confessione o come un diario. I giovani cineasti si esprimeranno in prima persona e ci racconteranno ciò che gli è capitato: potrà essere la storia del loro primo amore o più di recente la loro presa di coscienza politica, un racconto di viaggio, una malattia, il loro servizio militare, il loro matrimonio, le loro ultime vacanze e tutto ciò necessariamente piacerà perché sarà vero e nuovo… Il film di domani sarà un atto d’amore”.
Ecco, io ora non so se Alice Rohrwacher abbia letto queste righe prima dell’aprile mostrato (in piccola parte) nel proprio corto; e non so nemmeno se, in un modo o nell’altro, la regista abbia fatto tutto ciò coscientemente. Io so soltanto che Alice Rohrwacher ha donato a noi spettatori otto minuti di immensa realtà estetica (a tutti noi cara). L’amore per l’immagine viene esaltato da una vecchia macchina (di cui il funzionamento è ignoto) e dalla pellicola scaduta (e dal garbo della cineasta). In otto minuti, Alice Rohrwacher ha donato a noi spettatori UN ATTO D’AMORE (il suo).
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