San Valentino di Sangue 3-D: recensione, trama e trailer

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San Valentino di sangue 3DSAN VALENTINO DI SANGUE 3 D
2009, USA, colore, 101 minuti
Regia: Patrick Lussier
Soggetto/Sceneggiatura: Todd Farmer e Zane Smith da un film del 1981
Produzione: Lionsgate
Distribuzione: Medusa, da venerdì 8 maggio 2009 nei cinema, VM 14

Tom Hanninger torna nella sua città natale all’alba del decimo anniversario di San Valentino, quando era riuscito a sopravvivere all’ira omicida di un uomo misterioso, vestito da minatore, che aveva sterminato più di venti persone.

E ora che Tom pare intenzionato a vendere le cessioni minerarie ereditate dal padre, l’assassino torna a colpire e sono in molti in città a sospettare che sia proprio Hanninger il reale colpevole degli omicidi.

All’improvviso il 3-D sembra tornare di moda con una serie di film incentrati su questo effetto, serie che ovviamente terminerà alla grande con l’attesissimo Avatar di Cameron. Nel frattempo possiamo avventurarci nelle tenebrose miniere di San Valentino di Sangue 3-D.

Sembra però che  sia meglio come montatore che come regista, visto tutte le volte che ha tentato il volo dalla plancia Avid alla sedia dietro la cinepresa è finito a girare dei film poco ispirati.
Non è una eccezione questo rifacimento del già mediocre canadese Il giorno di San Valentino, che risente dell’opaco trattamento Lussier e si tramuta in anonimo slasher caratterizzato unicamente dall’estetica del protagonista (conciato da minatore, con tanto di maschera e scomodissimo piccone) e dall’inserimento di alcune scene atte a rendere al massimo in 3-D.

Vola tutto verso lo schermo in questo film: picconi, getti di sangue, fasci di luce e persino globi oculari, ma alla fine si tratta dello stesso trucchetto ripetuto in continuo e quindi continuamente soggetto alla legge di sorprendere e deliziare sempre meno.
Questo e poco altro in un lungometraggio condannato fin dalla fase di scrittura, con Farmer e Smith che sfornano un copione di servizio vecchio e stanco, che cerca di giocare dalle parti del giallo sull’identità dell’assassino ma tiene fuori schermo eventi importanti e mente spesso allo spettatore, impedendo ogni tipo di serio coinvolgimento nel meccanismo whodunit.

Il lungometraggio parte benissimo, con alcuni minuti claustrofobici e serrati, ma dopo l’ottimo inizio tutto si diluisce e gran parte del tempo viene speso a girellare per i rapporti di potere, le relazioni e i misteri passati e attuali del paesino, finendo più dalle parti di Dallas e Dinasty che da quelle di Elm Street o Crystal Lake: forse bisognava passare più tempo in giro per le miniere e meno per i salotti.

Lussier sembra girare con l’occhio sempre rivolto all’orologio e ogni tot minuti inserisce qualche scena di sangue per tenere alto l’interesse, ma difficilmente riesce a far brillare qualcosa, fatta eccezione per la strana, lunghissima scena con una Betsy Rue sempre nuda cui ne combinano, psicologicamente e quindi fisicamente, di tutti i colori.

San Valentino di Sangue può interessare esclusivamente chi voglia farsi perforare le cornee da ogni oggetto che compaia sullo schermo: i feticisti del 3-D troveranno collirio per le loro pupille in questa pellicola ma gli amanti dell’horror ne usciranno fuori con una forte sensazione di già visto.
Finché 3-D o mirabolanti CGI di ultimissima generazione saranno al servizio di uomini grigi come Lussier o di registi muscolari ma grezzi come Michael Bay non faremo altro che subire pessimi film realizzati con ottima tecnologia.

Comunque divertente e da vedere, se non altro per la curiosità di indossare nuovamente quegli strani occhialini e tornare ancora una volta bambini.

 


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