Serial killer autostoppisti e il sesso nella Grande Mela
Di Elvezio SciallisDifficile, come detto, tentare di strappare il primo posto a quel vecchio marpione di Indiana Jones e per almeno una settimana ancora i vari titoli vivacchieranno in attesa che Harrison Ford perda fiato e mostri qualche punto debole nella corsa al botteghino. Eppure anche in questo fine settimana che non dovrebbe riservare sorprese per quanto riguarda la corsa al botteghino possiamo però registrare l’uscita di alcuni film importanti e interessanti, mischiati al solito gruppo di pellicole senza tante pretese.
Mercoledì scorso è stata la volta de Il Divo, forte dei consensi e premi ricevuti a Cannes, mentre da domani potremo ammirare in sala altre 5 o 6 nuove pellicole. Il titolo con maggiore potenziale di incasso è sicuramente Sex and the City, prolungamento in sala di tutte le questioni rimaste irrisolte ne quattro anni di programmazione televisiva. Finalmente il pubblico potrà sapere se Carrie e Big si sposeranno o se Charlotte riuscirà ad avere un bambino. Ci sono state parecchie indiscrezioni sulla trama e sul finale, se siete riusciti a evitarle allora in godrete ancora di più il film.
Chi è invece interessato a qualche scena più cruenta, potrà trovare sangue e violenza a sufficienza in The Hitcher, remake del famoso thriller di parecchi ani or sono, ora con Sean Bean a vestire i panni appartenuti al tempo a Rutger Hauer. Spazio anche alla commedia giovanile Charlie Bartlett che riflette sulla generazione attuale, fra Ritalin, inadeguatezza e desiderio di (a)normalità.
Maradona è il documentario che Emir Kusturica dedica all’indimenticabile e discusso campione argentino mentre Once è una delicata e sofferta storia d’amore fra un musicista di strada e una donna sposata e con un figlio.
Chiude il gruppo delle pellicole in uscita il titolo a più alto interesse artistico e culturale, Alexandra di Aleksandr Sokurov: la strana storia della nonna che per qualche giorno si reca a visitare il nipote arruolato nell’esercito di stanza in Cecenia offre all’autore la possibilità di riflettere sui rapporti fra questi ragazzi e il paese nel quale sono stati mandati, in quella che è probabilmente la pellicola più riuscita di uno dei pochi maestri rimasti alla Russia.
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