Sfida senza regole e anche un po’ noiosa

Parafrasando il titolo del magnifico The Heat, questa volta la sfida non c’è stata, nemmeno senza le regole. De Niro e Al Pacino, Bob e Al, i due titani neppure si sgambettano in questo film balbettato da una regia frammentata e noiosa che Jon Avnet non riesce a rendere graffiante. L’andamento è lento, si screpola nella noia. Nulla della speranza di assistere al thriller epocale s’affaccia nella vicenda dei due super-detective alle prese con un serial killer che depone quartine in rima accanto alle sue vittime.

Tanta era l’attesa per Bob e Al finalmente insieme. Due giganti che con l’età sembrano incurvati, appesantiti, poco credibili, senza grinta. La loro recitazione è troppo avvoltolata su se stessa, non cattura. L’interpretazione di De Niro non è neanche lontanamente somigliante a quella struggente per Noodles di C’era una volta in America. Quella di Pacino ammicca, sorride (troppo spesso) senza urlare la rabbia di Tony Montana. E’ un vero peccato, ma questo Sfida senza regole ci lascia l’amaro in bocca, come un’occasione sfumata, e i due grandissimi interpreti insieme si perdono come le lacrime nella pioggia di Hauer replicante morente. Allora torniamo con la memoria a quel magico duetto voluto da Michael Mann in The Heat, dove i due si confrontano, si annusano, mai inquadrati insieme, sempre uno per volta alla battuta, rigorosamente di profilo e solo con pochi cenni come rasoiate si offrono in una grande indimenticabile scena. Effettivamente anche in Sfida senza regole il finale (l’unica sequenza meritevole d’attenzione di tutto il film) è lasciato al confronto diretto tra gli sguardi dei due grandi attori. Loro e solo loro decretano la chiusa con un sussulto di pregevole recitazione, come se si fossero ricordati d’un tratto e per un solo istante della grande magia che hanno saputo regalarci in tanti titoli, inutile andare a riassumerli. Il resto è silenzio.