Soffocare: qualche risata per un film riuscito a metà
Di Elvezio SciallisChi, sulla carta, non vorrebbe almeno per qualche giorno vivere la vita di Victor? Il ragazzo ha due bisogni primordiali e ha elaborato per entrambi una strategia vincente. Da un lato deve soddisfare la sua dipendenza dal sesso e la situazione è brillantemente risolta frequentando le riunioni dei sessuomani anonimi: quale posto migliore per trovare giovani donne con il suo stesso problemino?
Dall’altro lato bisogna pur vivere e pagare le rette dell’ospedale dove vive la madre malata e Victor ha elaborato un piano satanico: entra di volta in volta in un ristorante diverso e finge di soffocare con il cibo, sicuro che ci sarà qualche buon samaritano che si affretterà a salvarlo e, in seguito, sarà sempre ben disposto a prestargli denaro, memore del legame che si è stabilito.
Ma non tutto filerà proprio liscio, specie se mettete in conto che la madre di Victor, pur perdendo progressivamente la memoria, conserva ancora alcune prove che collegherebbero genealogicamente il figlio direttamente a Gesù, dato che, all’interno dell’ospizio, lo porrà al centro di uno strano culto…
Mercoledì prossimo dovrebbe finalmente uscire anche da noi Soffocare, il film di Clark Gregg tratto da un noto romanzo di Chuck Palahniuk e se siete amanti del grande scrittore americano l’occasione è davvero da non perdere, anche se potreste rimanere con l’amaro in bocca, non tanto per la stramberia delle situazioni e per le innumerevoli battute che riescono sempre a strappare qualche risata, quanto piuttosto per l’inefficacia della messa in scena. Il regista è un attore alle prese con il primo film e si vede, la qualità delle riprese e della fotografia è meno che discreta, il montaggio non aiuta alterando spesso il ritmo e, purtroppo, le battute fra il cinico e il volgare che brillavano su carta tendono a diventare troppo grossolane e piatte su grande schermo.
Ecco quindi che ci troviamo di fronte a un film riuscito a metà, con un buon cast di attori spesso efficaci il cui lavoro viene rovinato da una regia inetta e pesante, quanto di meno adatto alla scrittura e alle tematiche proposte da Palahniuk, che richiedono estrema leggerezza e sarcasmo per essere trattate in modo adeguato, altrimenti si rischiano continui scivoloni nel pecoreccio e nel pessimo gusto.
Insomma, se siete in cerca di una buona trasposizione da un suo romanzo, vi conviene affittare di nuovo Fight Club, se siete invece dei completisti, avete letto più volte il romanzo e pensate di riuscire a filtrare il film tramite la vostra conoscenza dell’opera letteraria, allora soffocare potrebbe fare al caso vostro.
E voi, pur non essendo dei maestri della sopravvivenza urbana come Victor, avete mai ideato qualche tranello o trucco per tirare avanti?
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