Sotto una buona stella, scoppiettanti Cortellesi e Verdone
Di Dario ArpaioNasce Sotto una Buona Stella un Carlo Verdone maturo, degno di aspirare ad essere il portabandiera di quella commedia all’italiana lontana dalla ribalta di un tempo. I soliti noti non ci sono più. Quelli che restano si abbandonano facilmente alla risata grassa e caciarona. Carlo Verdone invece segue il suo percorso senza lasciarsi contaminare. Sotto una buona stella evidenzia come stia affinando sempre più un artigianato vincente e divertente nella sua inconfondibile vis comica, oggi venata di malinconia a tratti bonacciona, altrimenti densa di sottile sarcasmo dove la farsa e la commedia si amalgamano in buon accordo.
Il protagonista di Sotto una buona stella è Federico, divorziato, in fuga dalla paternità, vittima del crac della holding finanziaria dove lavora e che lo lascia senza l’amante e nemmeno un quattrino. Si ritrova a dovere accogliere in casa i due figli più una nipotina, dopo la dipartita della ex moglie. La convivenza con i giovani è difficile, scontrosa e densa di gag divertenti, fino a che non arriva la nuova vicina di casa, Luisa, una scoppiettante Paola Cortellesi, la grande novità del cinema di Verdone. E’ lei il collante della sceneggiatura, capace di unire e dare solidità a un soggetto prima di lei un po’ sfilacciato. Verdone e Cortellesi sono pressoché perfetti, i loro dialoghi sono ben calibrati dalla regia attenta e misurata.
I due figli di Federico, interpretati decorosamente da Lorenzo Richelmy e Tea Falco, figurano degnamente la rabbia e l’inadeguatezza dei giovani d’oggi, a tratti spaesati e confusi, incapaci di trovare spazio per i sogni. Verdone anche attraverso di loro non perde di vista la realtà d’intorno, quella che gli detta battute, personaggi, ironia e un po’ di malinconia.
La spassosa sequenza finale dei finti amplessi inscenati provocatoriamente da Federico e Luisa, attraverso la parete che separa i loro appartamenti, è il tocco geniale di Carlo Verdone e dei coautori che offrono il meglio di un film davvero nato sotto una buona stella.
Dario Arpaio
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