The Wrestler secondo Springsteen

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The Wrestler, nella sua struggente lineare drammaticità, cattura. Bruce Springsteen ha scritto una magnifica canzone per questo film, per questo personaggio. La canzone è nell’ultimo CD del boss, Working on a Dream. Con lui, dietro a lui mi son lasciato andare e ho tradotto (molto liberamente) il suo testo che suona più o meno così:

Hai mai visto un pony capace solo di correre in tondo in un prato ed essere felice?
Se lo hai mai visto quel pony, beh, sono proprio io.
Hai ma visto un cane cercare a tutti i costi la propria strada correndo su una zampa sola?
Se lo hai visto quel cane, proprio quel cane, beh sono io.

E poi hai visto proprio me davanti alla tua porta, a ogni porta
Sì, ero proprio io, e ogni volta ho lasciato qualcosa di me, ogni volta di più e per sempre.
Guardami, scommetto ti piacerà vedere il mio sangue schizzare sul tappeto
Dimmi amico, potresti aver di meglio?
Dimmi potresti davvero chiedere di meglio?

Dimmi hai mai visto uno spaventapasseri pieno di niente, di polvere e paglia?
Se lo hai visto quello spaventapasseri, beh, sono proprio io.
Hai mai visto un uomo con un braccio solo prendere a pugni il vento?
Se lo hai visto quell’uomo, beh, sono proprio io.

E poi hai visto proprio me davanti alla tua porta, a ogni porta
Sì, ero proprio io, e ogni volta ho lasciato qualcosa di me, ogni volta di più e per sempre.
Guardami, scommetto ti piacerà vedere il mio sangue schizzare sul tappeto
Dimmi amico, potresti aver di meglio?
Dimmi potresti davvero chiedere di meglio ?

Questo solo mi porto dentro. Non ho altro sulla mia strada.
Qui sono a casa mia, sul ring, ma non posso più starci.
Tutto ciò in cui ho creduto è solo nelle mie ossa rotte e nelle cicatrici che vedi

Dimmi, hai mai visto un uomo danzare su una gamba sola ad ogni costo?
e solo così sentirsi libero?
Beh, se lo hai visto, se hai visto quell’uomo con una gamba sola, sono proprio io.

Dario Arpaio

1 commento su “The Wrestler secondo Springsteen”
  1. Guendalina Borgia ha detto:

    Particolare ancora una volta, caro Recensore, il cui ardore per il buon cinema è la migliore pubblicità che questa arte potrebbe mai avere!


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