Vendicami di Johnnie e Johnny

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Se una di queste sere avete voglia di andare al cinema e siete indecisi, ma volete solo divertirvi, vi consiglio Vendicami di Johnnie To con Johnny Hallyday. Il regista di Hong Kong ha grande fama di regista di thriller ricchi d’azione, tanto amato da Tarantino come dai tanti devoti  di quel cinema di uomini duri e puri, che ricorda grandi registi tra i quali non si può non citare almeno Raoul Walsh. Storie di amicizie virili, divise tra onore e amore, poche parole e quant’altro… lo lascio alla vostra fervida memoria di cinefili da ultimo spettacolo della notte.

Vendicami narra la storia di un padre che corre a Hong Kong per assistere la figlia unica superstite della strage della sua stessa famiglia. L’uomo viene da Parigi, è un cuoco, non ha mai lasciato il suo paese, ma è deciso a vendicarsi pur in quel mondo così estraneo che non gli appartiene. Assolda tre killer e tutti e quattro insieme vanno sulle tracce degli assassini. Ciò che si vede, spesso non è. E si scopre che il cuoco è stato anche lui, vent’anni prima, un professionista dell’omicidio, a quanto pare spietato, ma non privo di quel codice d’onore dei vecchi malavitosi d’un tempo. Per i malcapitati aggressori della sua famiglia non ci sarà scampo.

Alcune sequenze, come la sparatoria di pochi contro molti, tutti nascosti tra le balle di paglie, oppure, quella del duello notturno nel bosco, sono da antologia. Gli occhi degli amici si cercano, scrutano nel buio, si confondono con quelli dei nemici, si incrociano tra i lampi degli spari e non rimane null’altro che il buio della notte a ricoprire il respiro della vendetta.

Implacabile Hallyday, pur malato, anche se ferito, non darà scampo agli avversari e attraverso il suo sguardo di ghiaccio saprà inchiodare anche il laido cattivone di turno. Così, con buona forma filmica e un pizzico di divertita ironia, Vendicami ci regala un’ora e mezza di buon cinema e dopo possiamo andarcene a mangiare una pizza con gli amici soddisfatti.

A proposito, il protagonista avrebbe dovuto essere Alain Delon. Dopo svariati incontri con il regista e con la produzione, si è tirato indietro non convinto della proposta, secondo lui, non all’altezza del suo nome. Meglio così. Hallyday offre di sé una più che buona prova d’attore, da vecchio rocker ribelle, qual è sempre stato, mantiene vivo il suo fascino, immutato nel tempo, come solo i grandi del Rock&Roll sanno avere. Chissà che il neonato connubio di Johnnie & Johnny non possano regalarci altri film! Noi gliene saremmo senz’altro grati.

Dario Arpaio


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