Venezia 2008
Di Dario Arpaio27 agosto 2008. La 65° edizione della Mostra del Cinema di Venezia prende il via. Ancora Mueller alla direzione, il mitico Wim Venders presidente di giuria. Questa sera passerella d’onore, come si diceva prima di scoprire il red carpet, per Clooney&Pitt con consorti o chicchessia insieme con i fratelli Coen per l’anteprima internazionale del loro Burn After Reading, che tradotto potrebbe voler dire: se ti capita in mano un cd della Cia e vuoi approfittarne, stai attento!… Film da non perdere!
Già ieri sera Clooney si è reso disponibile per una cena di gala come testimonial della associazione Not On Our Watch per una raccolta fondi a favore del Darfour. C’era tutta la nobiltà più vip vari, d’altra parte è sempre molto, molto chic offrire soldi a un bel divo del cinema affinché dei poveri bambini macilenti (forse) sopravvivano. In fondo in fondo è un po’ come andare nei locali di lap-dance, nevvero?
Nei prossimi giorni Ermanno Olmi riceverà il Leone alla Carriera. Era ora.
Flashback fino al 27 agosto 1968. Di buon mattino, appena arrivati a Venezia, i ragazzotti fan di cinema andavano a bersi un bianchetto (o forse qualcuno in più…) in un’osteria vicino alle carceri, dopo una sezione del Pci. Ci si mangiava anche un buon baccalà mantecato e i veci erano sempre lì dall’anno prima che bestemmiavano a gran voce giocando alle carte. Era la 29° edizione della Mostra del Cinema. Doveva essere inaugurata il 25, ma i cineasti sinistrorsi fecero un casino tale che tutto venne rinviato. Chissà cosa disse Berlusconi. Al Lido c’erano Zavattini (l’unico che si fece portar via a braccia dalla polizia), Maselli (quanti hanno visto il suo ultimo film?), Gregoretti, Faenza, Salinas, la Cavani che voleva testimoniare contro Praga invasa dai carri armati russi (toh, sempre in agosto si muovono quelli là. Ieri a Praga oggi in Georgia). C’era anche uno spaesato Pasolini (nella foto a lato con Maselli e Gregoretti). PPP non sapeva che pesci prendere, volendo rimanere con gli altri compagni pur essendo presente alla Mostra con il suo film Teorema. Mah, i dilemmi d’un tempo. Ricordo che il festival di Cannes non ebbe luogo, ma Venezia partì lo stesso, anche se in sordina, e ci rimase per diversi anni, almeno fino all’arrivo di Lizzani circa dieci anni dopo.
Un anno fa abbiamo acclamato a gran voce l’arrivo a Venezia di Tim Burton. Ora è la volta di sperticarsi per i grandi Coen. Quest’anno però gli sceneggiatori americani scarseggiano con le loro operé perchè si son fatti sentire in casa loro e quindi per i nostri veneziani non è rimasto altro che inventarsi qualche titolo in più, lontano da Hollywood, lontano dal cuore. Ci vorrebbe Rino Gaetano per fare le giuste cronache in musica della Mostra del Cinema di Venezia.
Dario Arpaio
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